Identità digitale, il 2026 porta novità e costi: cosa succede davvero tra Spid e wallet europeo?

Identità digitale, il 2026 porta novità e costi: cosa succede davvero tra Spid e wallet europeo?

Franco Vallesi

Dicembre 3, 2025

Alla cassa di un ufficio anagrafe, uno smartphone sul tavolo è diventato tanto comune quanto la carta d’identità. Per 41 milioni di persone in Italia lo Spid ha trasformato l’accesso ai servizi pubblici e privati: prenotazioni mediche, pratiche fiscali, richieste online. Ma il panorama non è più lo stesso: in questi anni la fine di finanziamenti pubblici e un nuovo accordo tra AgID e i gestori hanno aperto la strada a una riorganizzazione dei costi e a offerte diverse tra provider. Un dettaglio che molti sottovalutano è che per alcuni utenti la gestione di più credenziali potrebbe diventare una scelta dettata dal prezzo, non dalla comodità.

Dalle origini a un modello a pagamento

Lo Spid nasce nel 2016 come progetto pensato per essere gratuito: lo Stato fissa gli standard nel Codice dell’Amministrazione Digitale, mentre ai provider è affidata la parte operativa. Per anni il sistema ha retto anche grazie a un contributo pubblico sostanziale, ma con la riduzione di quei fondi è diventato necessario ripensare la sostenibilità economica. Nel 2025 AgID e i fornitori hanno firmato un nuovo accordo che mantiene una versione base gratuita ma consente ai gestori di offrire servizi premium a pagamento. Ecco come si è materializzata la novità: alcuni operatori hanno lanciato abbonamenti annuali per utenti che vogliono un servizio con supporto o funzionalità aggiuntive.

Identità digitale, il 2026 porta novità e costi: cosa succede davvero tra Spid e wallet europeo?
La tastiera di un computer, simbolo dell’accesso ai servizi digitali e della rivoluzione dello SPID in Italia. – leggonewsletter.it

Tra i nomi che hanno introdotto tariffe ci sono Aruba e Infocert con costi contenuti, mentre Register.it propone la sua opzione con servizi di assistenza dedicata. Un altro player ha optato per un modello freemium con una versione “lite” gratuita per l’uso privato e una “full” a pagamento per l’accesso alla pubblica amministrazione. Allo stesso tempo, numerosi provider mantengono il servizio gratuito: da Poste ID a TIM ID, passando per realtà locali e regionali. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che nelle aree meno servite la disponibilità di provider gratuiti può essere limitata.

Per gli utenti la scelta si riduce a due domande pratiche: mantenere lo Spid su un provider gratuito o pagare per servizi extra che offrono comodità o supporto. Nel frattempo, amministrazioni e imprese si preparano a gestire identità digitali con livelli di servizio diversi, e questo richiede aggiornamenti tecnici e procedure interne. Un fenomeno che in molti notano riguarda proprio la necessità di informarsi sui costi reali e sulle funzionalità prima di cambiare identità digitale.

Il wallet europeo e le nuove regole della privacy

Il passaggio successivo non è solo economico: entro il 2026 è atteso il lancio del wallet digitale europeo, progettato per raccogliere in un unico spazio l’identità digitale, la patente, la tessera sanitaria e certificazioni professionali. Si tratta di un dispositivo che punta alla comodità ma soprattutto alla gestione più puntuale dei dati personali. Grazie al principio della selective disclosure, sarà possibile condividere solo l’informazione strettamente necessaria: per dimostrare la maggiore età basterà un certificato di sì/no, non un profilo completo con dati anagrafici.

Questo meccanismo cambia il modo in cui enti pubblici e privati richiederanno le informazioni: meno dati significa minori rischi di tracciamento e profilazione, ma richiede alle organizzazioni di aggiornare procedure e sistemi di verifica. Un dettaglio che molti sottovalutano è la necessità di adeguare i processi interni delle pubbliche amministrazioni per leggere e validare attestazioni rilasciate dal wallet. Intanto, nel Nord Europa e in altre aree che hanno già sperimentato soluzioni analoghe, le amministrazioni si mostrano più pronte tecnicamente.

Per i cittadini la convivenza tra Spid tradizionale e wallet europeo apre scenari pratici: alcuni potrebbero preferire passare al wallet per sicurezza e privacy, altri mantenere più credenziali per compatibilità con servizi specifici. Un aspetto che sfugge a molti è la gestione della scadenza e del rinnovo delle identità digitali: non tutte le credenziali hanno gli stessi tempi. Nel corso della transizione sarà importante verificare le politiche dei provider, confrontare costi e funzioni e capire come ogni scelta incide sull’accesso ai servizi della pubblica amministrazione. In molte città gli sportelli digitali e i call center stanno già ricevendo richieste su questi temi, un segnale che la trasformazione è percepita nella vita quotidiana di milioni di italiani.

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