Un caregiver alle prese con la lista della spesa e una pila di ricevute guarda l’orologio: per molte famiglie la gestione quotidiana della disabilità è fatta di piccole emergenze, appuntamenti medici e bollette. In questo contesto prende forma la notizia che interessa migliaia di persone: l’assegno di accompagnamento sarà soggetto a un aumento automatico nel 2026. Non si tratta di una misura simbolica, ma di un intervento che può incidere sulla capacità di spesa delle famiglie e sulla qualità dell’assistenza. Lo assegno è pensato per chi necessita di assistenza continuativa e, a differenza di altri sostegni, è erogato senza considerare reddito o patrimonio: un sostegno diretto che arriva mensilmente e che è esente da imposizione fiscale. Per questo motivo, l’incremento previsto è atteso con interesse da chi già riceve l’indennità e da chi nel corso dell’anno presenterà domanda. Un dettaglio che molti sottovalutano è la differenza fra l’assegno e altre prestazioni legate alla disabilità: la finalità è esclusivamente assistenziale e personale, non contributiva. I tecnici osservano che l’aumento automatico segue la logica di adeguamento alle variazioni del costo della vita e vuole ridurre la perdita di potere d’acquisto dei beneficiari. Chi vive in città lo nota ogni giorno: le spese per farmaci, dispositivi e trasporti pesano sul bilancio familiare. Al tempo stesso, resta cruciale capire chi rientra nei criteri e come l’INPS gestirà le procedure operative per applicare l’incremento in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Requisiti e modalità di accesso
Per accedere all’assegno di accompagnamento serve una condizione chiara e documentata: una valutazione di invalidità civile attestata dalle commissioni mediche, con grado pari o superiore al 100%. È questa la soglia che, nella prassi, determina l’idoneità al beneficio perché certifica l’incapacità di svolgere autonomamente le attività quotidiane come alimentarsi, lavarsi o muoversi.

La certificazione medica rimane centrale: la documentazione clinica e il verbale della commissione sono i documenti che avviano la pratica. Non è richiesto un limite di reddito o di patrimonio per ottenere l’assegno: questo è un elemento che spesso facilita l’accesso per famiglie già impegnate in spese significative per l’assistenza. Per presentare la richiesta si può utilizzare il portale dell’INPS o rivolgersi al medico di base che, in molti casi, aiuta a compilare la modulistica necessaria. Un aspetto che sfugge a chi vive in aree rurali è la tempistica delle visite delle commissioni: in alcune province le attese possono allungare i tempi di valutazione. È quindi consigliabile raccogliere per tempo tutti i referti e le certificazioni e seguire lo stato della domanda tramite il canale ufficiale. Chi risulterà idoneo durante il corso dell’anno beneficerà dell’aumento automatico, secondo le modalità che l’INPS renderà operative; nel frattempo, i servizi sociali locali restano un punto di riferimento per chiarire dubbi e aggiornamenti normativi.
Impatto economico e conseguenze pratiche
L’aumento automatico dell’assegno di accompagnamento avrà effetti visibili sia a livello familiare sia sul mercato dei servizi di assistenza. Per le famiglie, un incremento stabile significa maggiore capacità di sostenere spese ricorrenti: farmaci, dispositivi, trasporto specializzato e ore di assistenza domiciliare diventano voci più gestibili. Per il sistema sociale, l’aumento può generare una maggiore domanda di servizi professionali, con possibili ripercussioni occupazionali nel settore dell’assistenza e dei servizi sociali. Tuttavia, si apre anche il tema della sostenibilità finanziaria: incrementare la spesa pubblica richiede coordinamento nella programmazione delle risorse per evitare squilibri di bilancio. Un fenomeno che in molte città italiane è già sotto osservazione è la crescita delle richieste di assistenza specializzata, con un impatto sui tempi di attesa per le prestazioni. Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda la gestione locale dei pagamenti e degli adeguamenti: la tempistica con cui l’INPS applicherà l’aumento e comunicherà le variazioni determinerà la percezione reale del beneficio. Sul piano sociale, un assegno più consistente può contribuire a ridurre disuguaglianze e a sostenere la permanenza a domicilio di persone fragili, alleggerendo in parte la pressione sulle strutture residenziali. In molte famiglie questo si traduce in una concreta possibilità di pianificare cure e interventi, non solo una boccata d’ossigeno temporanea.
